"Partendo dal fatto che fare una scelta del genere comporta molte conseguenze, alcune delle quali spiacevoli come la lontananza dagli affetti di famiglia e qualche amico/a che, evidentemente, non erano tali. O ancora il fatto che si lavori sempre e tanto, che ci son giornate in cui non è facile alzarsi dal letto (esempio Natale o altre festività) ed è proprio lì che la nostalgia di casa prende forma. E ad essere onesti in quei momenti vorrei davvero prendere il primo aereo con destinazione Milano. Giornate in cui l'orologio sembra non muoversi mai alternate ad altre in cui il tempo vola letteralmente. Giornate in cui non è facile sorridere agli ospiti per diverse ore consecutive".
"Io sono fortunata perchè, lavorando in "ufficio escursioni", oltre a consigliare ai nostri ospiti i vari tour per sfruttare al massimo il breve tempo a disposizione in porto, ho il privilegio di poterli accompagnare durante l'escursione. Per dare assistenza, per rappresentare la nave nel caso in cui succeda qualcosa e per controllare che il programma della gite sia poi effettivamente seguito a puntino dalle varie guide (in alcuni paesi soprattutto). Questa è la parte più divertente del mio lavoro: adorando viaggiare, posso sfruttare al massimo l'occasione concessami e visitare tutte le città in cui la nave fa tappa. Solo per citare alcuni posti, sono stata in Sudafrica, nel deserto della Namibia, in Brasile, in Senegal, in Giordania, nel mar Nero e sostanzialmente in tutto il Mediterraneo: conosco probabilmente meglio queste città rispetto a Milano. Per non parlare poi delle esperienze che davvero mai mi sarei aspettata di vivere, come ad esempio nuotare con i delfini, entrare nella piramide di Cheope o volare su un idrovolante a Venezia".
"Lavorare a bordo significa anche avere sempre e costantemente a che fare con persone di ogni tipo, a volte anche qualche arrogante e maleducato. Però il non poter rispondere per le rime viene compensato dalla gentilezza degli altri passeggeri che rispettano il nostro lavoro, e sono gli stessi con cui si riesce a legare e con i quali nascono anche belle amicizie. Infine ci sono anche quelli che fanno domande talmente assurde da farci sorridere. Un esempio? "Scusi signorina, ma per l'escursione alla spiaggia, come mi devo vestire?"".
"Un'altra cosa che mi ha stupito è che in nave tutto è davvero amplificato: essendo costretti a condividere spazi vitali con persone sconosciute, tutte le sensazioni, le emozioni, le paura e persino la rabbia diventano giganti. Può essere un male, ma diventa un bene dal momento in qui, quando torno a casa, mi rendo conto di aver lasciato un pezzetto di cuore sulla nave e nei luoghi visitati (ho pezzi di cuore sparsi per il mondo). Quando mi rendo conto che ho amici sparsi ai quattro angoli del globo e quando mi rendo conto che alcuni di questi legami, proprio perchè è tutto amplificato, sono diventati così forti e così importanti da durare anche a terra".
"E, l'ultima cosa a cui nessuno fa caso è che l'esperienza a bordo, che consiglio vivamente, è così intensa da renderti una persona diversa, decisamente più forte. Insomma sono stati quattro anni importanti (e ce ne sarà ancora qualcuno) e sono sicura che avrò ancora tanto da raccontare: nel frattempo mi godo questo status di marinaia in una terra come la Brianza, che il mare lo vede da molto, molto lontano. E lo stupore della gente che mi guarda a bocca aperta quando racconto cosa faccio per vivere...".
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