Dopo quattro giornate davvero intense è il momento di lasciare "The Valley" e spostarci verso sud est, quasi a toccare sia il New Mexico, lo stato americano, che il Messico. Ci lasciamo da parte il tepore di Phoenix ed i suoi quasi 20 gradi per il freddo del sud, ma anche le comodità delle grandi città per lasciar spazio alle sempre mitiche piccole cittadine americane, che negli oltre 300 km della tappa odierna (la più lunga del viaggio) si sono rivelate davvero essere del tutto particolari. Ci siamo concessi anche il lusso del trail quotidiano, proprio poco dopo aver lasciato Phoenix, e percorso una parte di Apache Trail che nei giorni precedenti non avevamo potuto seguire (il tratto da Phoenix e Globe). Ma abbiamo anch attraversato cittadine simil ghost town ed altre piuttosto carine, superato la riserva indiana San Carlos ed infine giunti a Willcox, nella terra del vino dell'Arizona. Già, perchè anche se non si direbbe visto il territorio piuttosto arido, qui ad una manciata di km dal confine col Messico si produce un gran bel vino...
After four really intense days, it's time to leave "The Valley" and move southeast, almost touching both New Mexico, the American state, and Mexico. We left aside the warmth of Phoenix for the cold of the south, but also the comfort of a big city to make room for the always mythical small American towns, which in the 300 km of today's stage (the longest of the trip) turned out to be really special. We also had enough time for the daily trail, right after leaving Phoenix, and we rode a part of the Apache Trail that we had not been able to follow in the previous days (the stretch from Phoenix to Globe). But we also crossed ghost towns and other rather nice ones, we passed the San Carlos Indian reservation and finally reached Willcox, in the land of Arizona's best wine. Yes, because even if you would not think so, considering the rather arid territory, here, just a few kilometers from the border with Mexico, there's a lot of good wine...
HYEROGLYPHICS TRAIL, TRA OASI E INCISIONI RUPESTRI
Sì, solitamente chi visita questa parte dell'Arizona, una volta salutata Phoenix si dirige immediatamente nella vicina Tucson per poi, magari con escursioni giornaliere, raggiungere i luoghi mitici del vecchio west americano. Noi abbiamo scelto invece di lasciarla per ultima Tucson e di compiere una sorta di loop che in avvio ci conduce ad est, lungo la "60", parte del scenografico Apache Trail. E, proprio poco dopo Apache Junction, la gate town dell'Apache Trail. una deviazione verso Gold Canyon conduce ad uno dei più gettonati sentieri escursionistici dell'area di Phoenix anche se, va detto, ci troviamo ormai a più di 60 km dalla più importante città dell'Arizona.
HYEROGLYPHICS TRAIL, AN OASIS EAST OF PHOENIX
Yes, usually, those who visit this part of Arizona, once they leave Phoenix, head immediately to the nearby Tucson and then, perhaps visit the mythical places of the old American West. We chose instead to leave Tucson for last and to make a sort of loop that at the beginning leads us to the east, along the "60", part of the scenic Apache Trail. Just after Apache Junction, the gate town of the Apache Trail, a detour towards Gold Canyon leads to one of the most popular hiking trails in the Phoenix area, even though we are now more than 60 km from the most important city in Arizona.
Quando diciamo gettonato non stiamo esagerando. La corsa al parcheggio (non molto grande) è, almeno nel periodo autunnale ed invernale, un vero grattacapo e per questo vi consigliamo di arrivare non più tardi delle 8.30 del mattino o, in alternativa, nel tardo pomeriggio. Si tratta, infatti, di una delle poche oasi naturali del deserto di Sonora e la parte conclusiva del percorso è spesso meta per coloro i quali sono alla caccia di un po' di pace nelle ore centrali delle giornate invernali.
When we say popular we are not exaggerating. The race to the parking lot (which is not very big) is, at least during the fall and winter period, a real headache and for this reason we recommend to get there no later than 8:30 am or, alternatively, in the late afternoon. It is, in fact, one of the few natural oases in the Sonora desert and the last part of the trail is often a destination for those who are looking for a little peace in the middle hours of winter days.
Il percorso in sè, lungo 2.8 miglia tra andata e ritorno, non è molto diverso da quelli affrontati precedentemente. Il sentiero, sempre ben segnalato (anche nel roccioso finale), si arrampica dolcemente attraverso una pianura coperta di cactus e conduce a queste "pool" che difficilmente in estate troverete piene, ma che d'inverno (ma anche in autunno e primavera) sono davvero ricche di acqua. Il rischio di flash flood qui è davvero altissimo e sconsigliamo di avventurarvi verso le pool se ha appena piovuto o se c'è il forte rischio di pioggia.
The trail,which is 2.8 miles round trip, is not that different from those we've hiked previously. The trail, always well marked (even in the rocky end), climbs gently through a cactus-covered plain and leads to these pools that you'll hardly find full of water in summer. The risk of flash floods here is really high and we do not recommend venturing to the pools if it has just rained or if there is a high risk of rain.
Sullo sfondo intanto troverete sempre le solite splendide Superstition Mountain e, per larghi tratti del percorso, anche diversi antichi petroglifi. Tutta l'area, infatti, è un luogo importante per gli antichi indiani Hohokam, che hanno abitato questa regione desertica fino a 1.500 anni fa.
In the background meanwhile you will always find the beautiful Superstition Mountain and, for large stretches of the route, also several ancient petroglyphs. The whole area, in fact, was an important place for the ancient Hohokam Indians, who inhabited this desert region until 1,500 years ago.
Poco dopo l'inizio del trail, un bivio permette agli hikers di poter seguire anche un altro percorso, il Lost Goldmine Trail, che si snoda verso est (il "nostro" invece si sviluppa verso nord). Entrambe le rotte prendono il via dal già citato parcheggio all'estremità orientale di Cloudview Avenue, che si raggiunge attraverso un percorso piuttosto contorto nella periferia nord del Gold Canyon, girando a sinistra o a destra per circa una mezza dozzina di incroci che fortunatamente sono tutti ben segnalati.
Shortly after the beginning of the trail, a fork allows hikers to also follow another route, the Lost Goldmine Trail, which runs east (the other one runs north). Both trails start from the aforementioned parking lot at the eastern end of Cloudview Avenue, which can be reached via a rather convoluted route on the northern outskirts of Gold Canyon, turning left or right for about a half-dozen intersections that fortunately are all well-marked.
LUNGHEZZA: 2.8 miglia andata e ritorno
DIFFICOLTA’: Facile
DISLIVELLO: 173 metri
INDIRIZZO: end of E Cloudview road, Gold Canyon
LENGTH: 2.8 miles round trip
DIFFICULTY: Easy
ELEVATION GAIN: 173 meters
ADDRESS: end of E cloudview road, Gold Canyon
LE BELLEZZE DELLA "60": DAL MUSEO PIU' PICCOLO A... TOP OF THE WORLD!
La Superstition Freeway, meglio conosciuto come "60", pur facendo parte dell'Apache Trail, non è così affascinante come quella sterrata situata a nord e che completa uno dei loop più affascinanti dell'intera Arizona. Eppure, come sempre quando si parla di Stati Uniti, la sorpresa è sempre dietro l'angolo. E allora diamo spazio alle attrazioni, più o meno famose, di questo particolare tratto di strada che ci porterà a Willcox, nel profondo sud est dello stato. Partendo dalla più pubblicizzata, ovvero il Boyce Thompson Arboretum (ingresso 15 dollari) e che noi, per questioni di tempo, non abbiamo potuto visitare. Ecco, se volete in un solo parco tutto il deserto di Sonora e molto altro, questo è il posto che fa per voi. Fondato nel 1924, l'Arboreto offre un centro visitatori, un negozio di articoli da regalo, uffici di ricerca, serre, un giardino dimostrativo, un'area picnic e un percorso principale ad anello di 2,4 km che conduce i visitatori attraverso vari reperti e aree naturali. Le mostre comprendono un giardino di cactus, palme ed eucalipti, una mostra australiana, una mostra sudamericana, un giardino di aloe e un giardino di erbe. Non mancano neppure percorsi secondari come il Chihuahuan Trail, il Curandero Trail e High Trail. Qui crescono inoltre 2600 specie di piante aride provenienti da tutto il mondo. Agavi, aloe, boojum, querce da sughero, giuggiole, leguminose e, nel bosco di eucalipti, uno dei più grandi alberi di eucalipto ("Mr. Big") negli Stati Uniti. E poi la fauna: potreste, infatti, imbattervi in bobcat, javelinas, coatimundis, serpenti a sonagli, falchi, colibrì e avvoltoi ed altre 270 specie di uccelli.
THE BEAUTIES OF THE "60": FROM THE SMALLEST MUSEUM TO THE... TOP OF THE WORLD!
The Superstition Freeway, better known as the "60", even though it is part of the Apache Trail, is not as fascinating as the dirt road to the north that completes one of the most fascinating loops in the whole of Arizona. Yet, as always when it comes to the United States, the surprise can be behind a tree. So let's give space to the attractions, more or less famous, of this particular stretch of road that will take us to Willcox, in the deep southeast of the state. Starting with the most publicized, namely the Boyce Thompson Arboretum (admission fee: 15 dollars) which we had to skip because we were late. If you want all of the Sonora Desert and much more in one park, this is the place for you. Founded in 1924, the Arboretum offers a visitor center, gift store, research offices, greenhouses, a demonstration garden, picnic area, and a 2.4-mile main loop trail that takes visitors through various exhibits and natural areas. Exhibits include a cactus, palm and eucalyptus garden, an Australian exhibit, a South American exhibit, an aloe garden and an herb garden. There is also no shortage of side trails such as the Chihuahuan Trail, Curandero Trail and High Trail. Also growing here are 2,600 species of arid plants from around the world. Agave, aloe, boojum, cork oaks, jujubes, legumes and, in the eucalyptus forest, one of the largest eucalyptus trees ("Mr. Big") in the United States. And then there's the wildlife: you may, in fact, come across bobcats, javelinas, coatimundis, rattlesnakes, hawks, hummingbirds and vultures and 270 other species of birds.
Ma è poco dopo Superior, quando la strada comincia a salire, che ci siamo imbattuti in qualcosa del tutto particolare. Parliamo del World Smallest Museum, ovvero il museo più piccolo al mondo. Ed effettivamente è davvero molto, molto piccolo. Purtroppo il periodo natalizio non è il migliore da questo punto di vista perchè anche questo museo, come altri durante il viaggio, era chiuso, ma siamo comunque riusciti a scattare qualche foto all'esterno di questo piccola attrazione.
But it is shortly after Superior, when the road starts to climb, that we came across something quite special. We're talking about the World Smallest Museum. And indeed it is very, very small. Unfortunately, the Christmas period is not the best time because this museum, like others during the trip, was closed, but we still managed to take some pictures outside this small attraction.
Finita qui? Macchè. Qualche km ad est, quando la "60" diventa per il tratto che conduce a Globe "Salt River Canyon Scenic Drive", incrociamo la comunità (a dirla tutta quasi una ghost town) dal nome più bizzarro di sempre, ovvero "Top of the World". Non siamo riusciti a capire da dove arrivi questo nome (forse da un bordello che sorgeva qui ai tempi del proibizionismo), ma rimane il più curioso di sempre. In giro non c'è nessuno e l'unico edificio visibile dalla strada è il General Store.
Is it over? Not at all. A few miles to the east, when the "60" becomes for the stretch leading to Globe "Salt River Canyon Scenic Drive", we meet the community (actually almost a ghost town) with the most bizarre name ever, namely "Top of the World". We couldn't figure out where this name came from (perhaps from a brothel that stood here in the days of Prohibition), but it's just the most curious ever. No one is around and the only building visible from the street is the General Store.
Globe, la città principale, oltre ad essere una delle meno sicure dell'Arizona, offre ben poco a livello turistico, oltre al Pickle Barrel Trading Post (404 S Broad St) dove gli ospiti possono ammirare circa ottomila piedi quadrati di decorazioni per la casa in stile sud-ovest, ceramiche Mata Ortiz, arte da giardino, articoli in pelle, gioielli turchesi e artigianato e arte dei nativi americani. Lasciata Globe si entra nella riserva indiana San Carlos, sino a raggiungere Willcox, dove invece di cose da fare ce ne sono parecchie. Partendo da un'istituzione, ovvero Apple Annie's Country Store, casa delle migliori apple pie dell'intera Arizona. Con oltre 100 acri di campi di mais, pomodori, zucche, mele e altro, la fattoria e il negozio di campagna di Apple Annie è un'azienda a conduzione familiare che da anni è un must per chiunque passi dalla piccola Willcox. Il negozio, oltre a vendere torte, fudge, gelati e marmellate, funge anche da panetteria (510 N Circle I Rd, Willcox).
Globe, the main town, besides being one of the least safe in Arizona, is not so touristic: the only attraction is the Pickle Barrel Trading Post (404 S Broad St) where guests can admire eight thousand square feet of Southwestern style home decor, Mata Ortiz pottery, garden art, leather goods, turquoise jewelry and Native American crafts and art. Leaving Globe, we enter the San Carlos Indian Reservation that leads to Willcox, where there is plenty to do. Let's begin with an institution, Apple Annie's Country Store, home of the best apple pie in all of Arizona. With over 100 acres of corn fields, tomatoes, pumpkins, apples and more, Apple Annie's farm and country store is a family-owned business that has been a must-see for anyone passing through little Willcox for years. In addition to selling pies, fudge, ice cream and jams, the store also serves as a bakery (510 N Circle I Rd, Willcox).
Non lontano, un'altra istituzione ci attende. Percorriamo una strada sterrata convinti di trovare un piccolo negozietto ed invece il gps ci conduce ad una casa. Stiamo per andarcene quando un gentile signore si affaccia e ci saluta. E' il "re" delle noci Pecan, con la sua Lee’s Pecan Farm (2890 Marguerite Road, Willcox). La sua fattoria non è grande (solo 10 acri), ma produce noci pecan che definire favolose è quasi riduttivo, anche e soprattutto per il fatto che non usa pesticidi dannosi.
Not far away, another institution awaits us. We are driving along a dirt road convinced to find a small store but the GPS leads us to a house. We are about to leave when a kind gentleman looks out and greets us. He is the "king" of pecans, with his Lee's Pecan Farm (2890 Marguerite Road, Willcox). His farm isn't big (only 10 acres), but he produces pecans that are fabulous, especially because he doesn't use harmful pesticides.
CITTA': Willcox
HOTEL: SureStay Plus Hotel by Best Western Willcox
A Willcox la scelta tra gli alberghi in cui alloggiare non è così ampia. Anzi. Il SureStay Plus Hotel by Best Western Willcox è discreto per una notte di passaggio, non di più. E, pur essendo parte della famiglia Best Western, non ci ha entusiasmato.
THE STRUGGLES BETWEEN APACHE AND SETTLERS
AT FORT BOWIE NATIONAL HISTORIC SITE
Lovers of American history can't miss a visit to Fort Bowie National Historic Site, which chronicles the struggles between the Chiricahua Apache and settlers who arrived in the mid-1800s. Led by the fierce Cochise, the Apache warriors resisted the well-armed U.S. soldiers until 1886, when they finally had to surrender at what is now Fort Bowie National Historic Site, which includes a museum and many of the trails that Cochise and his men used to travel when they had to disappear into the mountains. Fort Bowie was founded by the California Volunteers in 1862, and for more than 30 years both Fort Bowie and Apache Pass has been the focal point of military operations that eventually culminated in the surrender of Geronimo in 1886 and the exile of the Chiricahuas to Florida and Alabama. The main attraction is the cemetery, which was established before the fort and remained active after the fort was abandoned in October 1894. The first burials were three California Column privates killed by Apaches about a month before the fort was established. The final burial was a murdered miner who resided in one of the old officer's quarters about two years after the fort was closed. Once you reach the parking lot, access to the fort is via a moderately strenuous 1 1/2-mile trail (3-mile round trip). Admission is free (address: Fort Bowie National Historic Site, 3500 Apache Pass Rd, Bowie).
CITY: Willcox
HOTEL: SureStay Plus Hotel by Best Western Willcox
In Willcox, there's not many choice of hotels. The SureStay Plus Hotel by Best Western Willcox is decent for a one night stay, no more. And, while part of the Best Western family, it didn't wow us.
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